ROBERTO FERRI: UN RADICALE ANACRONISMO, di Maurizio Calvesi

Il filosofo americano Arthur Danto, come riporta Robertomaria Siena,. Secondo il Siena .
Il Siena lo dice a proposito di un giovane pittore, Roberto Ferri, che lascia effettivamente stupiti per l’abilità anche propriamente tecnica con cui costruisce queste sue icone della fisicità, della bellezza, del tormento, con un eccesso, che vorrei dire ‘sfacciato’ di anacronismo. E’ infatti il suo un estremismo che va oltre le prospettive da me disegnate nel teorizzare, ormai più di trent’annifa, questa forma d’arte che, al di là delle avanguardie, si nutre anche di memoria del passato; e che dopo quell’esordio dei primissimi anni Ottanta ha trovato tante forme di manifestarsi con interessi di molteplice tendenza, nei contenuti, nelle forme, negli ammiccamenti al passato, che ormai non scandalizzano più come scandalizzarono inizialmente.

Ma ora l’ “anacronismo” nella pittura di Roberto Ferri emerge in tutta la sua letteralità di recupero della pittura dopoMichelangelo, concedendo soltanto a uno strumento della modernità, che è il surrealismo. Il quale surrealismo avvolge nella sua viscerale inquietudine forme astratte con indubitabile sapienza, passione e capacità di immedesimazione, dalle pareti dei musei: dalle pareti di quei musei più investite dal conflitto tra la luce e l’ombra, tra la grazia e la morbosità di un sadomasochismo. Ecco un surrealismo che ha la capacità metamorfica di un Dalì, fatto salvo che in Dalì è viscida, in Ferri è invece carnale.

C’è un dipinto, proprio in apertura del suo primo catalogo, che decodifica il senso dell’intera produzione: La Bellezza che uccide il Tempo. Non c’è bisogno di scomodare i classici per ricordare che la tradizione afferma con malinconico realismo il contrario; ma qui emerge la perentoria, cieca volontà di Ferri di elevare un altare alla sua fede nell’arte, l’arte che è la bellezza, la bellezza che forse distruggerà il tempo.

Questa sua cecità si fa così veggenza, alza il suo grido oltre il caos deprimente di molta, celebrata arte attuale, nell’illusione (cui vorrei, anche se non riesco, augurare vita) che si associ ad altre seppur diverse grida, nella sfida ai veleni della contemporaneità.

Tratto da “ROBERTO FERRI-NOLI FORAS IRE e la presentazione della Via Crucis per la Cattedrale di Noto edizioni GIUNTI

Maurizio Calvesi